La guerra di liberazione in Garfagnana

Le comunità che vivevano lungo il Serchio si ritrovarono nel bel mezzo dello scontro che vide, da una parte, le truppe alleate che risalivano la Penisola e le bande di partigiani presenti sul territorio, dall’altra l’esercito tedesco e alcune divisioni di soldati italiani.

La rapida avanzata degli Alleati portò alla liberazione di Lucca il 5 settembre 1944. Ma la guerra proseguì: per circa sette mesi la Garfagnana diventò un teatro di guerra, soggetto a bombardamenti aerei e mitragliamenti a distanza.

Il territorio del Comune di San Romano in Garfagnana venne colpito duramente, soprattutto nel dicembre 1944. In quel momento storico famiglie di sfollati, provenienti perlopiù da Livorno, da Pisa e della Lucchesia, giunsero in diverse frazioni del Comune, inserendosi in alcune attività lavorative come l’agricoltura, prestando così la loro opera alle famiglie contadine.

Nei giorni successivi al Natale 1944 una serie di bombardamenti aerei investì i centri abitati del Comune. Le uniche frazioni che non vennero colpite furono Orzaglia e Sillicagnana. Si ipotizza che vennero risparmiate per i campanili a cupola delle rispettive chiese, punti di riferimento per l’aviazione alleata.

Il 20 aprile 1945 le truppe alleate liberarono Castelnuovo di Garfagnana, mentre il giorno successivo giunsero nel comune di San Romano in Garfagnana.

Nel Comune appena liberato vennero ripristinate le funi delle campane, che tornano nuovamente a suonare. Il governo del Comune, su designazione del Comitato di Liberazione Nazionale, fu assunto da Eugenio Mattei, che sarà anche il primo sindaco di San Romano eletto democraticamente.

La linea del tempo:

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